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           Prima dell'introduzione del calendario moderno (1582), la festa cadeva in prossimità del giorno del solstizio d'inverno, da cui il riferimento al giorno più corto dell’anno. In prossimità, ma non coincideva nei paesi che adottarono subito il nuovo calendario (differenza di 10 giorni). Nei paesi nordici, che adottarono questo calendario circa 200 anni più tardi, il solstizio cadeva, invece, proprio il 13 dicembre (calendario gregoriano) e preannuncia l'arrivo dei mesi di luce, dopo il lungo inverno polare.

  Ma chi era santa Lucia?

  Lucia era una giovane siracusana che visse intorno al III-IV secolo. Ricca, probabilmente bella e promessa sposa ad un giovane della sua città, Lucia sembrava destinata alla vita normale delle ragazze del III-IV secolo dopo Cristo: moglie e madre di famiglia. 

  Il padre si chiamava forse Lucio poiché era allora vigente una norma romana che imponeva il nome del padre alle figlie; la madre si chiamava Eutychie o Eutichia.

  A causa di una grave emorragia che aveva colpito la madre, Lucia decise d'andare a Catania per pregare sulla tomba della martire Agata. Qui Dio le apparve chiedendole di dedicare la propria vita ai più poveri, ai piccoli emarginati e sofferenti.

  Al suo ritorno a Siracusa la madre guarì e così Lucia distribuì i beni ai poveri e decise di rinunciare al matrimonio; ruppe il fidanzamento e, con una lampada fissata al capo, iniziò a percorrere i lunghi e angusti cunicoli delle catacombe per distribuire i beni della sua cospicua dote ai più poveri.

  Il fidanzato abbandonato non accettò questa decisione, forse più attirato dalle ricchezze di famiglia che da un amore sincero. Non si spiegherebbe altrimenti la decisione del ragazzo di accusare Lucia, davanti al terribile prefetto Pascasio, di essere cristiana.

  Fu arrestata e sottoposta a diverse torture: rinchiusa in un bordello, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente ed infine posta sulla brace ardente. Poiché le fiamme non la bruciavano, le fu tagliata la testa, e così la raffigura Caravaggio in un suo celebre dipinto.

  Prima dell'esecuzione capitale (13 dicembre 304) Lucia preannunciò sia la morte di Diocleziano, avvenuta pochi anni dopo, sia la fine delle persecuzioni, terminate nel 313 d.C. con l'editto di Costantino che sanciva la tolleranza religiosa e la libertà di culto.

  La leggenda di Lucia nasce dal nome connesso con la luce, nome che avrebbe stimolato la fantasia popolare riguardo una tortura avente per oggetto gli occhi stessi, che le sarebbero stati strappati dai carnefici. Lei stessa se li sarebbe rimessi tornando a vedere.

  Da tale episodio deriva l'iconografia, che raffigura la santa con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa con un mazzo di spighe e la tazza con gli occhi in mano con un pugnale conficcato in gola.

  E' considerata dai devoti la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli elettricisti, degli scalpellini, dei sarti e delle ricamatrici e viene spesso invocata nelle malattie degli occhi.

  Lucia, che è una delle sette donne menzionate dal Canone romano, ha ricevuto più di ogni altra onori e riconoscimenti, per non parlare degli innumerevoli ex voto offerti in forma di occhi di ogni specie e materiale.

  Forse l'omaggio più pertinente è venuto dagli speziali del Medioevo, che prepararono una specie di collirio dall'esplicito nome di "Santa Lucia".

  Lucia (patrona di Siracusa e di Mantova) fu citata negli scritti di San Tommaso d'Aquino.

  Dante ne fa il simbolo della Grazia illuminante e si definisce "suo fedele"; la reputava protettrice della vista e, come racconta nel Convivio, si rivolse spesso a lei per guarire dai disturbi agli occhi.

  In alcune regioni dell'Italia settentrionale esiste una tradizione legata ai "doni di santa Lucia".

  I bambini le scrivono una lettera, elencando i regali che vorrebbero ricevere da lei, raccontandole di essere stati buoni e giudiziosi durante l'anno e, dunque, di meritarseli. In alcuni casi, i doni vengono posati sui davanzali delle finestre, in altri, "Lucia" suona un campanello per annunciare il suo arrivo per poi intrufolarsi segretamente nelle case, e i bimbi (che si aspettano dei doni e non il carbone riservato ai bambini cattivi) corrono a letto perché se li vede tirerà loro della cenere o della sabbia negli occhi, accecandoli. Per ingraziarsi la Santa e l'asinello che l'aiuta a portare i doni è uso lasciarle del cibo (solitamente un panino, delle arance, dei mandarini, del latte ma ciò varia a seconda della tradizione familiare), per l'asinello Tobia (dell'acqua, del fieno, del sale, della crusca o dello zucchero), e del vino per il suo aiutante Gastaldo (questa figura è comunque poco nota e compare e scompare a seconda delle tradizioni di ciascuna famiglia)

  Secondo alcuni, la tradizione dei regali è rintracciabile nel Medio Evo e, più precisamente, nell'età dei Comuni. Pare che in quell'epoca in cui le città limitrofe del Nord e del Centro Italia erano in perenne lotta le una con le altre, una in particolare della Pianura Padana (l'allora Longobardia) attraversasse un periodo di rovinosa carestia. Gli abitanti di un comune maggiormente benestante, colti da compassione, partirono alla volta della città "nemica" portando generi alimentari che distribuirono per le strade avvolte nel buio. Non è certo se ciò sia veramente accaduto e se effettivamente abbia coinvolto Piacenza e Cremona, piuttosto che Milano e Lodi o Bergamo e Brescia.

  Anche in Svezia santa Lucia è molto venerata persino dalla Chiesa luterana, che le riserva un grande onore ed addirittura un rito liturgico.

  Il re Canuto di Svezia proclamò che il Natale sarebbe durato un mese, dal 13 dicembre, all'epoca giorno del solstizio d'inverno, fino al 13 gennaio, giorno appunto in cui veniva festeggiato di San Canuto. Non si conoscono i  motivi per cui  Lucia, una santa siciliana del IV secolo, fosse cosi onorata nella lontana e fredda Svezia: si racconta che avesse visitato personalmente il Paese oppure che furono i missionari cristiani a parlare di lei al popolo e a diffonderne il culto. comunque, qualunque sia l'origine, gli svedesi dimostrarono subito molto amore per Lucia, ''colei che porta luce'', festeggiata proprio il giorno del ritorno del sole e della vita. Nel paese scandinavo è diffusa una tradizionale canzone di santa Lucia (Luciasången) che non è altro che la celebre "santa Lucia" napoletana adattata con un testo in lingua svedese. In diverse città alcune bambine sfilano vestite come santa Lucia intonando il Luciasången di casa in casa.

  Nel 1927 un quotidiano di Stoccolma decise di bandire un concorso per leggere la ''Lucia di Svezia che, con una corona di sette candele e vestita di una tunica bianca legata in vita da una cintura rossa, doveva raccogliere le offerte e i doni da distribuire ai poveri e ai bisognosi in occasione delle feste natalizie. L'iniziativa ebbe un successo clamoroso che persiste tutt'oggi, tanto che, a Stoccolma, ad incoronare la prescelta è il vincitore del premio Nobel per la letteratura. Dal 1950 la festa svedese è collegata a quella siciliana, cosi' la Lucia svedese si reca a Siracusa per partecipare alla processione che conclude i festeggiamenti in onore della Santa.

Le reliquie

  Il corpo di Lucia rimase conservato fino all'878 nella chiesa di Siracusa a lei dedicata. La minaccia islamica in Sicilia, obbligò a nascondere la reliquia in un luogo segreto. Nel 1039, dopo che Maniace strappò Siracusa agli arabi, il corpo della santa fu condotto a Costantinopoli per ordine degli imperatori Basilio II e Costantino VII.

  Il doge veneziano Enrico Dandolo, tolse il corpo della santa da Costantinopoli nel 1204 e lo fece portare nella Chiesa di san Giorgio di Venezia e quindi, nel 1280, nella chiesa di santa Maria Annunziata.

  La Chiesa di santa Lucia accolse la reliquia nel 1313 e la mantenne fino al 1860, anno in cui la basilica fu abbattuta per ampliare la stazione ferroviaria di Venezia. Il corpo fu trasferito nella nuova chiesa di san Geremia. Alcuni frammenti del corpo della santa sono andati dispersi. Nel '500 l'imperatrice Maria d'Austria pretese una porzione del fianco sinistro. Nel '600, alcuni frammenti di un braccio andarono alla città di Caltagirone. Altre reliquie più o meno piccole andarono a Roma, Napoli, Verona, Milano, Forlì e Lisbona, ma anche in Belgio e in Francia. La stessa Siracusa, dove era conservato un dito della santa, ottenne nel 1987 un avambraccio. Il 7 novembre1981 il corpo viene trafugato dalla "mala del Brenta" e ritrovato nello stesso anno a pochi chilometri da Venezia, nel giorno della santa.

  Il 15 dicembre2004, nell’ambito dei solenni festeggiamenti per il XVII centenario del Martirio,il corpo di santa Lucia viene trasferito a Siracusa, ma dopo pochi giorni, il 20 dicembre, viene riportato a Venezia.

 

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